In disparte le indiscusse doti professionali e morali, Antonio era una persona speciale, un amico arguto e ironico, riconoscibile a distanza per il caratteristico timbro di voce, soprannominato affettuosamente ‘la zia’ a causa del suo brontolio, frequente, in occasione di giocate non andate a buon segno e dei conti di Pippo provocatoriamente ritenuti sempre ‘troppo alti’.
Una persona piena di iniziative, non stava mai fermo, dal tratto signorile ed elegante (sempre in giacca e cravatta con l’immancabile pochette) che si faceva voler bene da tutti, con il quale la conversazione non era mai banale, nell’assoluto riserbo per le sue vicende professionali e familiari.
Nella speranza che lassù possa continuare a giocare nel circolo tennis più bello di Bologna e nella convinzione che il suo desiderio sia quello che il gruppo del mercoledì sia prontamente ricomposto e continui a riunirsi la sera del mercoledì, perché la malinconia per la perdita di un amico è profonda, ma è di sollievo per chi resta proseguire nel ricordo di una vera amicizia, rivolgo, a nome mio personale e di tutti quanti lo hanno conosciuto e apprezzato, un pensiero affettuoso a sua moglie Annalisa, colonna portante della famiglia, e ai suoi due bravissimi figli, Giuditta e Gherardo.
Ciao, caro amico.